Il Telegrafo del 5 gennaio 1936
Ore liete in attesa del combattimento
da oltre Macalle', dicembre
Alla fremente e spasmodica ansia dei giorni passati e' subentrata la calma piu' serena. Ora, avuta la conferma attraverso le parole del Duce - giunte fin qua con i giornalieri bollettini della "Radio Littorio" - che la marcia proseguira' fino al raggiungimento della meta finale; ora che l'attacco all'Amba Alagi e' cosa certa e imminente, soldati e camicie nere, preparati moralmente e fisicamente alla prossima grande battaglia, attendono con serenita' l'ordine di marciare, e nell'attesa, vivono ore piene di giovanile spensieratezza nei campi trincerati e nei fortini dele linee piu' avanzate.
La "23 Marzo", la "Divisione che piu' ha marciato", come diceva giorni fa un alto ufficiale dello Stato Maggiore, e' tutta accampata sopra un'altura. E qui le camicie nere, dopo quasi tre mesi di continue e pressoche' ininterrotte fatiche, godono di un certo riposo; di quel riposo cioe' che e' consentito dalla vita di campo, con tutti i suoi servizi di vedetta, di pattuglia, di corvee, ecc.
Ma la vita al campo, anche se il campo e' trincerato e sito vicinissimo alle posizioni nemiche, anche se richiede per la sicurezza degli uomini una guardia vigile e costante, anche se l'allarme mette di tanto in tanto in movimento uomini ed armi, e' sempre bella, sempre lieta, sempre spensierata.
Cosi' le camicie nere, tutti con gli spiriti e gli sguardi protesi verso il picco che fu gia' italiano e che lo sara' nuovamente e definitivamente domani, attendono serene l' "avanti" e nell'attesa, che non e' piu' ansia e fremito, ma fiducia, certezza e calma, ritornano quelli che furono, sono e saranno; gli allegri figli di un Popolo che se ne frega.
Controsanzioni
Le inumane sanzioni decretate a nostro carico dal barboso consesso dei satelliti dell'Inghilterra e messe in atto il 18 del emse scorso, hanno suscitato una profonda reazione fra le schiere dei combattenti. E, seguendo il nobile esempio dato dalla Nazione, anche i militi e i soldati si sono dati da fare per controbatterne gli effetti.
Ma come? Con quali mezzi? Il soldato e' per natura povero. La pagnotta e la gavetta del rancio non possono essere sanzionate perche' indispensabili a mantenere l'energia nei corpi, il "soldo" per quasi tutta la truppa e' destinato, in parte alle piccole spese indispensabili, e in maggior misura alle famiglie dei soldati. Quindi impossibilita' assoluta di contribuire in maniera tangibilealla camoagna economica impegnata con ammirevole slancio dal popolo italiano, contro il mondo tutto. E come puo' fare allora il fante? Nient'altro che ricorrere allo spirito, aquello spirito sempre sveglio e pungente in ogni circostanza. Ed ecco fiorire una serie di aneddoti, uno piu' allegro dell'altro.
- Mi presti un francobollo da cinquanta? - mi chiede uno staggese, mio vecchio compagno d'armi nel 19.o Artiglieria ed oggi mio...coinquilino nella tenda "Rino Daus"
- Da cinquanta? E perche' non da un franco e mezzo? - domando io - Non scrivi piu' per via aerea?
- No davvero! Da ora in avanti sempre per via ordinaria. E se la mi' citta ha furia, s'avvia! Io applico le controsanzioni...
- Cioe'?
- Risparmio la benzina.
A proposito di benzina , eccone un'altra fresca fresca. Alla 192.a Batteria CC.NN. della nostra Divisione, vi e' tra gli altri numerosi senesi un noto autista e, a suo tempo, acceso tifoso dell' A.C. Siena. Stamani di buon ora il nostro artigliere - e autista - se ne discendeva per uno strano sentiero, trascinandosi dietro un mulo carico di munizioni. Scorto da alcuni camerati, fu subito preso di mira:
- O Nuvolari! O do' l'ha messa l' "Alfa"?
- E' in riparazione...e poi un la porto piu'.
- Perche'?
- Perche' sono antisanzionista. Questa macchina qui - aggiunge accennando il mulo - va a carburante nazionale: miscela di biada e paglia.
Uno dei giorni passati, quel bel tipo di mitragliere che ha scritto sulla canna della sua mitragliatrice "Fiat 1914": "Abissini, preferite le mie pallottole di marca nazionale" si presenta all'infermeria da campo accusando un forte mal di ventre. L'ufficiale medico, dopo una visita attenta e scrupolosa, sentenzia: olio di ricino, due oncie.
Il mitragliere - che teme piu' l'olio di tutto l'esercito del Negus - obbietto':
Mi dispiace signor capitano, ma l'olio un lo piglio nemmeno se me lo da per forza. Un posso senti' nemmeno il puzzo...Mi dia quello che vole, anche il veleno! Ma l'olio di ricino un lo pigio!
Il medico, conciliante, si rivolge all'infermiere e gli ordina di preparare una purga di sale inglese.
- Sale inglese! - scatta su il sofferente - Sale inglese! A me! O per chi mi ha rpeso? So' italiano, sa! Dov'e' l'olio? - Afferra il bicchiere colmo a meta' del liquido denso e giallastro, butta giu' la purga tutta d'un fiato e, storcendo la bocca, si allontana sbottando: - E' anche vergogna l'averci il sale inglese...
Ma non si deve credere che il soldato abbia risposto e risponda alle sanzioni con le sole uscite di spirito. Tutti gli ammogliati, qui alla "23 Marzo", hanno fatto dono delle fedi matrimoniali e anche gli scapoli, chi in una forma, chi in un'altra, l'uno sottoscrivendo al prestito, l'altro donando oggetti preziosi, magari l'anello della fidanzata o la catenina d'oro della mamma, hanno contribuito affinche' anche dalla lontana Africa giunga in Patria, al popolo impegnato nella piu' dura e piu' impari delle battaglie il saldo ausilio dei suoi figli migliori, che impegnati nella dura guerra contro l'incivilta', trovano tuttavia il modo di non estraniarsi dalla guerra del rispermio e del sacrificio.
Pacchi natalizi
Sotto le feste, sono cominciati ad affluire i primi pacchi natalizi. Pacchi di tutte le forme, di tutte le dimensioni e dai contenuti piu' svariati, ma tutti attesi, sospirati e salutati con gioia al loro giungere.
Involti di rude tela, robuste cassette metalliche, eleganti scatole di cartone, tutti confezionati da mani amiche, che portano nel loro interno, frammisti agli indumenti, ai dolciumi e agli oggetti piu' svariati, un odore casalingo e la visione della mamma, della famiglia, degli amici.
Pacchi e pacchi. Per tuti e da tutti i peasi d'Italia. la Provincia di Siena, come sempre, e' in testa alle altre province. Dalle citta', dae cittadine, dalle borgate del senese, giungono continuamente i segni di quel'interessamento che congiunti, istituzioni, contrade e societa' nutrono per i loro cari tanto lontani.
Il giungere del pacco segna festa grossa in tenda. E non pssa giorno che l'uno o l'altro, dei militi conviventi sotto lo stesso tetto, non ne riceva uno.
Particolarmente fortunata la mia tenda, ove giorni or sono, ne giunsero per tutti. Per tutti eccetto uno, un pezzo d'uomo staggese, vecchio squadrista e buon padre di famiglia. Non ebbe il pacco per uno di quei casi che sono piu' unici che rari.
Di nottetempo, i ladri penetrarono nell'ufficio postale di Staggia e, no trovando da fare migliore bottino, si impossessarono del pacco indirizzato al nostro camerata.
Quando la notizia del furto giunse a noi, il derubato dapprima si arrabbio', ma poi calmatosi, prese la decisione di scrivere al brigadiere dei RR.CC. del suo paese, pregandolo, qualora i ladri venissero rintracciati, di comunicargli i nomi, che al suo rientro pensera' lui a far loro risputare il panpepato e i cavallucci mangiati in barba ad un milite volontario in Africa Orientale, e per giunta squadrista di quelli buoni.
Conoscendo a fondo il mio uomo e sapendo di che panni si vesta, ritengo mio dovere consigliare ai ladri di starsene ben nascosti, giacche' al contrario, i dolci senesi da loro sbafati oggi potrebbero domani divenire indigesti quanto mai..
Tra gli altri pacchi, oltre a quelli delle famiglie doppiamente cari per il contenuto materiale e per quello morale di ricordi e di affetti, sono quelli confezionati dalle giovani italiane.
Le ragazze, che in patria hanno prestato la loro amorevole opera per inviare ai combattenti i doni natalizi, non hanno mai mancato, prima di chiudere definitivamente le cassette, di aggiungere al contenuto un biglietto con espressioni gentili, frasi affettuose di ammirazione e di incitamento e...firmandosi, data la possibilita' a tanti di intrecciare relazioni cordiali a mezzo della posta. relazioni, che appena sorte, se non tutte almeno qualcuna, daranno del lavoro ai sacerdoti e agli uffici dello Stato Civile.
E cosi', tra una lettera scritta con entusiasmo ed una risposta attesa con ansia, tra il giungere di un pacco e la conseguente "sgranata", tra un'uscita spiritosa e una piccante barzelletta, ci avviciniamo senza rimpianti al giorno di natale, con i pensieri rivolti verso la patria lontana, e verso le nostre famiglie.
Ed in tutti e' un solo desiderio. Quello di potere, nel giorno della piu' bella e della piu' cara delle feste, far giungere in Italia il dono che in se' ripaghi tutti i doni ricevuti dai combattenti. Quel dono che i soldati anelano poter offrire alla patria: la vittoria, la grande vittoria che vedra' il Tricolore sventolare sulle terre conquistate all'Italia dalle legioni di Benito Mussolini.
Dino Corsi