Il Telegrafo del 31 luglio 1938
Dal Goggiam alla Piazza del Campo (II)
Per quanto breve, anche il soggiorno nella terra goggiamita del lago dei reparti senesi e' servito a rivelarci ancora una volta quanto e come i connazionali residenti in Africa Orientale sisentono portati verso la balda gioventu' che, nelle lontane terre dell'Impero, porta, con la purezza del linguaggio, la bonta' dei sentimenti, la gentilezza innata in tutti i viventi all'ombra del "Mangia", l'amore quasi sviscerato per la bella Siena, la gioconda e contenuta spensieratezza, la fattiva operosita' e la fede grande che e' in ogni cuore, una ondata di vera, fresca, giovinezza italica.
Dopo una sosta di pochi giorno il grosso del Battaglione ha raggiunto, in marcia, Mescenti. A Bahar Dar e' rimasto momentaneamente un reparto per il disbrigo dei vari servizi.
La marcia si e' svolta attraverso una zona quasi completemanete pianeggiante, lungo il tracciato della grande strada, oggi in via di costruzione, che tra non molto unira', attraverso il Goggiam, Gondar con Addis Abeba.
Fin dai primi chilometri si e' radicata in ognuno la convinzione della ricchezza e bellezza della Regione. Per quanto solo da pochi mesi sotto il reale controllo italiano - e quindi ancora allo stato semiselvaggio - il Goggiam ha mostrato alle camicie nere le possibilita' agricole, commerciali ed industriali di una zona che, grande quanto la madre Patria, sara' domani una fonte inesauribile di prosperita' e benessere.
Si e' marciato attraverso terreni massosi sui quali attecchisce e vegeta la vita selvaggia; si sono attraversati boschetti di olivastri per chilometri e chilometri, si e' proceduto, avendo sui lati estensioni sterminate di terreno coltivato a dura, frumento e granturco, si sono vedute mandrie numerose di bestiame al pascolo su ricchi, grassi prati; si e' insomma avuta, dall'inizio al termine della marcia, la precisa sensazione di una fertilita' ed abbondanza forse senza pari.
Giungendo a Mescenti, portando a termine la fatica iniziata da altre tre settimane, i legionari hanno avuta nuova conferma delle loro convinzioni della bellezza e ricchezza del Goggiam, palesi ovunque nei pressi del Presidio.
Ultimato il viaggio, che mettendo a dura prova gli uomini, ha rivelato appiena la salda struttura del Battaglione, e' iniziata la nuova vita in nuove terre, ma sempre vita tipicamente senese. Vita, cioe', contrassegnata dall'operato di uomini che, avendo vivo nell'animo il ricordo della citta' amata, improntano alle tradizioni di questa tutto il loro operato di fascisti e soldati.
E le tradizioni nostre, essendo quelle della Grande Madre, fanno si' che la "Valanga" non venga mai meno al compito affidatole dalla fiducia del Duce.
Odor di Palio
29 giugno...Oggi c'e' in aria odor di Palio. A Siena stamani "danno i cavalli". A Mescenti si lavora e si pensa. Tra un colpo e l'altro di piccone, tra l'una e l'altra pietra portata dalla cava al muro in costruzione, tra un servizio di guardia e un turno di riposo, il pensiero vola lontano, lontano...a Siena "danno i cavalli". "A quest'ora, pensiamo, si sono gia' iniziate le prove". "Tra un paio d'ore, ci diciamo, la sorte avra' deciso".
La penna non vuol scorrere sulla carta, la mente non sa piu' dare idee...Vediamo la Piazza...la sentiamo, la nostra Piazza. Come noi la sentono tanti, tutti, quasi, qui nel Campo.
Attraverso le leggere pareti della tenda ci giungono, in un vociare confuso, frasi come questa:"Sor Tenente! Abbasso il Drago!"
"Oggi, a noi della Tartuca, ci tocca un cavallino da Palio, me lo sento!...E poi, noi siamo...fortunati!"
"Sarebbe l'ora toccasse al Bruco un cavallino meno peggio!"
"Dalli il cavallo del Vannini, dalli!"
"Daccelooo!"
"Ma, con l'acqua che venne ieri sera, avra' retto la terra?"
"Gnamo, mentre s'aspetta, si va a dalli un trentino qui in Salicotto"
La musica continua, l'intonazione e' sempre la stessa. E la penna non vuol scorrere, le idee nella mente si fanno sempre piu' confuse. Accidenti, accidentaccio a questo cuoer che al solo sentir parlare di Palio prende il via e non si ferma piu'!...Ma come si fa? "Ci siamo nati, ci siamo" come diceva la buonanima del Gobbo Nocciolo. E quando ci siamo nati...quando ci siamo nati...
Il vociare continua...la testa gira come una giostra...Cavalli, bandiere, tamburi, il lago Tana, una cornetta che, da bordo del 'San Nicola' suona nelle limpide acque del lago la "Marcia dl Palio" e fa piangere cento uomini, e ci fa piangere...Gira la testa e la cornetta suona e suona...Il lago e' quasi azzurro...pip-pa papa'...la prima flottiglia naviga...sventola una bandiera, due, cento bandiere, tutte le bandiere di Siena...pip-pa papa'..:Accidenti!..O che davvero una lacrima sfacciata si affaccia alla finestrella dell'occhio?! No, perdio! Questo, poi, no!...Coraggio...usciamo usciamo...Ma cos'ha questa testa?...Pip-pa papa'...Basta!...Basta ragazzi con queste chiacchiere, basta! Siena e' lontana e fa male parlare di queste cose...
Piuttosto, piuttosto...per dimenticare cantiamo. Su, un bel coro! Forza!
"Quanto l'e' bella la Piazza di Siena
"Circondata da dieci fantini..."
Dino Corsi