Rivoluzione Fascista - Organo della Federazione Provinciale Fascista Senese del 3 ottobre 1932
La consegna del labaro alla 97.a Legione "Senese"

Ieri mattina alle ore 10.30 ha avuto luogo la consegna del labaro alla 97.a Legione "La Senese" della M.V.S.N.
Dalle prime ore del mattino Siena aveva dato al vento tutte le sue bandiere per salutare le sue Camicie Nere adunate per la significativa cerimonia.
Tre le ore 8.30 e le 9 le Coorti convocate dal Comando di Legione, e precisamente la Coorte Speciale Camicie Nere al comando del Seniore Bagnacci e una coorte di formazione al comando del Seniore Giannelli ed i reparti speciali: Centuria Universitaria, Ferrovieri, Motociclisti, si allineavano armate nei quadri, per poi spostarsi in Piazza Sant'Agostino.
Intanto la Piazza del Duomo, fino allora solitaria, si va animando; giungono le rappresentanze delle Associazioni combattentistiche e patriottiche, una rappresentanza dell'esercito ed un folto gruppo di ufficiali della Milizia, che vanno a porsi ai lati del palco d'onore antistante il Palazzo del Governo. Qui prendono posto il labaro della Federazione Fascista, scortato dalla Centuria Mutilati ed il gagliardetto del Fascio di Siena, con la sua scorta d'onore, l'insegna dei Fasci Giovanili, una compagnia del 5.o Reggimento Bersaglieri con fanfara, in servizio d'onore.
Alle ore 10 le Coorti precedute dalla musica della 97.a fanno il loro ingresso nella Piazza e vanno a disporsi in linea di colonna di fronte al Palco delle Autorita'.
Sono le 10,30 quando tre squilli di attenti annunziano il giungere del valoroso Comandante il 19.o Gruppo legioni Ivan D'Oro, che e' seguito da S.E. il Prefetto, dal Segretario Federale Seniore Sampoli, dal Generale Nicolosi, in rappresentanza del Corpo d'Armata di Firenze, dal colonnello Comandante il Presidio, dall'on. Bruchi, dai Generali Manenti e Conciolini, dal Podesta' di Siena.
Risuona altissimo e sale al cielo l' "A noi" delle Camicie Nere, ballano al sole scintillanti i pugnali e le baionette inastate.
Il Console Ciani presenta quindi la truppa al Console Generale Ivan D'Oro che passa rapidamente in rivista le Camicie Nere, irrigidite sul "presentat'arm"; fissa negli occhi i suoi uomini, ed in breve il suo sguardo tagliente, vorrei dire, che ride: il Comandante ha osservato e compreso; nel reciproco incrociarsi degli sguardi Egli ed i gregari hanno sentito la fiducia e la sicurezza reciproca. Prima che il giuramento alla voce si faccia sentire formidabil e ammonitore, gia' esso e' intercorso tra il Capo e le Camicie Nere.
Il Console Generale Ivan D'Oro e le autorita' che lo seguono prendono posto sul palco, ove gia' si trovano numerose le Autorita' cittadine, tra cui al completo il Direttorio Federale.
Il Console Ciani, dopo aver ringraziato il Comitato di Dame Senesi, presideuto dalla Contessa Minka Faussone di Germagnano, per l'offerta gentile e dopo la benedizione del labaro, impartita dal Centurione padre Sbaragli, tenendo il labaro, preso in consegna dalle mani della madrina Sig.ra Pannilunghi, mamma della Medaglia d'Oro Arturo Pannilunghi, ha rivolto alla Camicie Nere le seguenti parole.
"Ufficiali, Camicie Nere! La Religione ha ora benedetto il labaro della nostra Legione. Noi dobbiamo conservarlo in ogni occasione con qualunque sacrificio nostro e morire piuttosto che abbandonarlo. Giuriamo tutti di difenderlo fino all'ultima stilla del nostro sangue per il servizio del Fascismo, del Re e della Patria".
Dai ranghi i militi ad una voce rispondono "Lo giuro".
Quindi ha consegnato il labaro all'Ufficiale porta-bandiera aggiungendo:
"Questo simbolo dell'onor militare e' a lei affidato nella certezza che ella lo custodira' anche a rischio della sua stessa vita".
Prende ora la parola il console Generale Ivan D'Oro. Si dichiara lieto di ritrovarsi in mezzo alle Camicie Nere della 97.a Legione che ancora una volta hanno riconfermato la loro fede e la loro disciplina; porta ad esse il saluto di S.E. Teruzzi, del generale Ragioni, e quindi parla ancora di questa creatura bella del Fascismo che e' la Milizia, di null'altro. Egli afferma, desiderosa se non di provare al Duce la sua fedelta'. Quando l'ora dovesse suonare, aggiunge, noi altro onore non chiediamo se non quello di essere avanti a tutti qualunque sia il rischio e la meta. Al nostro fianco siano soltanto i veterani delle gloriose battaglie di ieri e dinanzi a noi lo spirito dei morti per la Patria.
Quando il Comandante termina il suo dire, le musiche intonano la Marcia Reale e "Giovinezza", mentre le Camicie Nere salutano alla voce ed i fascisti e il pubblico che si assiepano al di fuori del quadrato applaudono calorosamente.
La manifestazione di entusiasmo si rinnova vibrante, quando prende la parola il Segretario Federale.
Egli, che e' il Comandante effettivo della Coorte speciale, si dichiara orgoglioso di rappresentare nell'odierna cerimonia S.E. il Segretario del Partito, di cui porta il saluto; afferma che riferira' a S.E. Starace che oggi a Siena non solo le Camicie Nere ma tutti i fascisti hanno rinnovato il loro giuramento al Duce e al Fascismo.
Di nuovo le Coorti si spostano per sfilare in parata di fronte al labaro della Legione e alle autorita'.
Sulla Piazza la prima Centuria della Coorte speciale ha reso gli onori al labaro che rientrava nella sede del Comando di Legione.