Il Popolo senese - Bisettimanale fascista del 4 febbraio 1928.
"Truppe d'assalto".

Quando gli ufficiali generali e i consoli che hanno avuto l'onore e la fortuna di sentire il vibrante discorso del Duce devono essere rimasti per un momento attoniti, sconvolti, come percorsi negli occhi e nell'anima da una radiosa luce di una suprema rivelazione.
Quando Egli ha loro annunciato che, in caso di guerra, la Milizia Fascista "combatterà, con le sue legioni inquadrate nelle grandi Unità dell'Esercito", che "le Legioni dovranno essere dei battaglioni d'assalto, che dovranno perpetuare le tradizioni guerriere dell'arditismo e dello squadrismo, pugnale fra i denti, bombe nelle mani e un severo disprezzo del pericolo nei cuori, quei consoli avranno avuto un fremito d'orgoglio e di desiderio.
Nessun atto poteva essere più chiaro segno di amore di quello che il Duce ha compiuto facendo dare alla nostra Milizia il diritto di essere considerata come i battaglioni d'assalto del glorioso Esercito.
C'era infatti fin a ieri una invisibile, una profonda tristezza, nell'anima delle camicie nere, un senso di intima malinconia, una ragione di sconforto, che veniva appunto dal fatto di sapere che, se la Patria avesse avuto bisogno dei suoi uomini per difendere i propri confini e allargare la propria potenza, la Milizia non avrebbe avuto l'onore di battersi e di vincere per essa.
Mussolini conosceva questa malinconia, sapeva di questa tristezza, e, nel quinto annuale della fondazione ha voluto far dare dallo Stato Fascista ai suoi migliori gregari il più alto e ambito riconoscimento, il più significativo e gradito dei doni.
Da ieri l'altro la Milizia non è più dunque soltanto una forza armatamessa a presidio dell'ordine interno, ma una vera e propria parte dell'Esercito.

Il discorso di Mussolini

"Esigo che i Comandanti delle Legioni si dedichino nelle forme più intense alla istruzioni premilitare e postmilitare del popolo italiano. Compiti importanti, ma non basta.
Su mie istruzioni, lo Stato Maggiore dell'Esercito ha affrontato il problema dell'impiego organico della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale in caso di guerra e lo ha risolto con chiara visione dei nuovi tempi e degli eventi probabili.
Vi annuncio che la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale combatterà colle sue legioni inquadrate nelle grandi unità mobilitate dell'Esercito. Sono sicuro che le Legioni meriteranno questo onore supremo proponendosi sin da questo momento ad essere dei battaglioni d'assalto che doneranno, attraverso l'affiatamento, l'allenamento e l'educazione militare e civile che ne derivano, coesione e forza alla Milizia!"