E' giunta notizia alla famiglia, della morte in combattimento, in Balcania, della Camicia Nera Ivo Contorni. Tale perdita è stata appresa dalla cittadinanza con profonda commozione, perchè ognuno conosceva gli alti meriti dello scomparso, che era un fervido fascista e patriota entusiasta.
Cresciuto sotto le insegne del Littorio, dopo aver appartenuto alle organizzazioni giovanili, vestito il grigio-verde nel lontano 1935 veniva assegnato alla Divisione Peloritana ed inviato sul fronte somalo.
Dalle lettere scritte in quel periodo alla famiglia si comprendeva tutta la sua nobile figura di fervente italiano e in esse si sente trasparire il suo orgoglio di essere tra i "fortunati" che potevano contribuire alla grandezza della Patria per la fondazione dell'Impero.
Rimpatriato, udito che nella vicina Spagna il Fascismo è alle prese col bolscevismo, chiede di essere arruolato e in camicia nera va a difendere la su Fede, la nuova Fede che dilaga in Europa.
Nelle azioni di guerra, in quelle più audaci è primo tra i primi e ben presto si conquista la stima dei camerati e dei superiori.
Solo quando la vittoria è raggiunta ritorna in Italia e a chi si congratula con lui per le gesta che tanto lo hanno reso popolare tra i concittadini, risponde: "Ho fatto il mio dovere e nient'altro".
Già prima che scoppiasse la guerra attuale, quando in aria vi era odore di bufera, volle far parte del 97° Btg. CC.NN. d'Assalto di Siena e con essa infatti partì poco dopo.
Sereno, sicuro di sè, entusiasta come non mai, lasciò a casa la sua famigliola, che nel frattempo aveva formato, fiero di essere uno dei tanti che portavano la propria pietra per la costruzione della nuova Europa.
Nella prima azione di guerra del Battaglione si trovava nella pattuglia che per prima entrò in Castua, ed era al fianco della C.N. Neri di Siena gloriosamente immolatosi in quel fatto d'armi. A tale proposito ricordiamo che l'Ufficiale comandante tale pattuglia ebbe dopo l'azione, fiere parole per lui: "Contorni Ivo avanzava come uno scoiattolo e tutti i camerati lo seguivano incuranti della forte reazione avversaria; con certi ragazzi tutti gli obbiettivi saranno sempre raggiunti".
Ivo aveva disprezzo del pericolo ed è forse per questo che nelle azioni più pericolose era sempre presente.
Ultimamente, come se appartenere ad un Battaglione d'assalto fosse poco, costituendosi presso la Divisione Bergamo la compagnia mista "arditi", chiese di esservi ammesso e così ancora una volta dette prova del suo indomito coraggio.
Alla prima azione col nuovo reparto, sulle montagne della Bosnia, è in testa ad un gruppo di ardimentosi per conquistare una quota tenacemente difesa dai ribelli. QUando l'obbiettivo sembra ragiunto, quando orami solo pochi avversari difendono l'importante posizione, nell'estremo tentativo di sopraffare il nemico, una raffica di mitraglia lo colpisce in pieno e lo lascia abbracciato al suo moschetto. Così, senza proferire parola, Ivo Contorni è caduto in faccia al nemico.
Ma la fine della sua vita completamente dedicata alla Patria, è degna di un guerriero così prodigioso, che tanto vuoto incolmabile ha lasciato tra i suoi camerati e infinito dolore tra gli orgogliosi concittadini.
Alla giovane desolata sposa, alle due tenere creaturine si stringono intorno tutti i cittadini di Abbadia per dire ad esse che il loro caro è presente nei cuori di tutti e che sarà di fulgido esempio alle generazioni presenti e a quelle future.