Il Telegrafo del 27 aprile 1935
La partenza di un altro scaglione di Camicie nere destinate all'Africa Orientale

Per la partenza delle Camicie nere volontarie della nostra Legione destinate per l'Africa Orientale, avvenuta ieri alle 9.30, fin dalle prime ore del mattino la città si ammantava di tricolori. Striscioni inneggianti alle balde Camicie nere volontarie erano stati affissi per tutta la città ed anche nei quartieri popolari e periferici. Prima ancora delle 9, la Piazza del Duomo si andava affollando di cittadini, desiderosi di tributare a questi giovani il loro entusiastico saluto.
Dinanzi al Palazzo del Governo intanto si andavano radunando i volontari fatti segno di entusiastiche acclamazioni, mentre giungevano le rappresentanze delle organizzazioni del Regime fra cui la musica della 97.a Legione della M.V.S.N., una centuria della Milizia Universitaria, i Giovani Fascisti, gli Avanguardisti, i Balilla, le Giovani e Piccole Italiane. Dinanzi al portone del Palazzo si riunivano tutte le Autorità cittadine: S.E. il Prefetto, il Segretario Federale, la Fiduciaria dei fasci Femminili, il Presidente della Provincia, il Podestà, il Comandante la Divisione RR.CC., il Comandante del Distretto e del 5.o Reggimento Bersaglieri con un brillante stuolo di ufficiali, gli ufficiali della 97.a Legione, della Centuria Universitaria e dell'O.N.B., il Presidente della Federazione Provinciale dei Combattenti, anche a rappresentanza del Direttivo Nazionale, il presidente del Nastro Azzurro e i rappresentanti delle altre associazioni combattentistiche.
Il Console Ciani, comandante la 97.a Legione delle Camicie nere senesi, ha rivolto ai volontari nobili parole di incitamento a compiere in pieno il loro dovere di militi e di italiani, facendosi interprete del saluto augurale delle Camicie nere tutte della Legione, e della cittadinanza.
Il triplice saluto al Duce veniva accolto dai vibranti !A noi!" dei partenti e della folla. Al suono degli inni della Patria si formava quindi una colonna aperta dalle musiche della Milizia, cui faceva seguito la Centuria Universitaria. Venivano poi le Autorità, le centurie dei volontari, circa trecento, circondati da Giovani Fascisti, i quali entusiasticamente appendevano al collo dei partenti i loro fazzoletti dai colori di Roma, ed infine gli Avanguardisti, i Balilla, le Giovani e Piccole Italiane con i loro labari e fiamme.
Il corteo sfilava per le vie del centro fra due fitte ali di popolo plaudente, raggiungendo la stazione ferroviaria. Alla partenza del treno si verificavano commoventi episodi tra i quali segnaliamo quello sintomatico del vecchio e popolare facchino Cortecci, che non contenendo più la commozione, ha baciato e salutato, accompagnando il gesto con nobili parole d'augurio, i tre figli volontari, con i quali non era da tempo in rapporti molto famigliari. Il fatto viene a dimostrare chiaramente e simpaticamente quanto possa l'amor di patria nel cuore degli italiani tutti e come esso sia capace di far superare ogni ragione d dissidio in un pulpito superiore di fede e di umiltà.
A salutare i partenti si trovavano, oltre alle rispettive famiglie, anche babbi e mamme dei volontari partiti con gli scaglioni precedenti, i quali affidavano a questi giovani camerati dei loro cari quelle raccomandazioni amorevoli che ebbero già a fare alla loro partenza.
Le Camicie nere sono state fornite abbondantemente di sigarette e di altri doni, di immagini religiose , e da parte deli Giovani Fascisti e delle Giovani Italiane, di fiori, di fazzoletti giallo-rossi e di distintivi. Sono state notate anche molte ragazze, fidanzate dei partenti, ai quali esse hanno certo rinnovato il loro commosso affetto ed il giuramento di attenderli al loro ritorno.
La manifestazione è terminata in un tripudio di canti patriottici e di acclamazioni, quando il convoglio si è mosso, seguito dalla grande folla delle Autorità e del popolo che hanno salutato di lontano i volontari affacciati ai finestrini e seguiti dagli inni delle fanfare dei Bersaglieri e dei Giovani Fascisti fino a quando il treno non è scomparso.