Il Telegrafo del 11 ottobre 1938
Lettera del Capo Manipolo Cesare Pepi alla vedova della Camicia Nera Bruno Cingottini

97.o Battaglione CC.NN. - 1.a Compagnia - Bahar Dar, 27 settembre 1938 - XVI

Gentilissima Signora,
Dopo aver appreso che la dolorosa notizia Vi e' stata gia' comunicata, ecco che mi accingo a compiere il mio dovere.
A venti giorni di distanza dalla scomparsa di Vostro marito, la mia mente e il mio cuore sono tuttora assorbiti da quel tragico momento. Abbiamo fatto per Lui tutto cio' che ci e' stato possibile, medici e Camicie Nere si sono prodigati per giorni e giorni pur di trovare la possibilita' di strappare alla morte questo nostro camerata, buono e generoso, ma tutto e' stato inutile, la resistenza fisica gia' fiaccata e le scarse possibilita' di un ospedale da campo in una zona come questa, non hanno potuto aver ragione del male inesorabile che ormai aveva preso il sopravvento sul gracile fisico, e l'irreparabile e' avvenuto nella notte dal 6 al 7 settembre.
Egli si e' spento dolcemente, il trapasso e' stato quasi inavvertito anche da coloro che gli stavano vicini, e senza alcuna sofferenza. La sua morte ha inferto un colpo non indifferente nel cuore delle Camicie Nere della compagnia che ho l'onore di comandare, e non poteva essere che cosi'. Egli era buono, rispettoso, disciplinato al massimo, sempre pronto in ogni evento senza che mai una parola di lamento, di protesta uscisse dalla sua bocca, aveva l'animo e lo spirito del vero legionario che tutto offre senza mai domandare!
Abbiamo dato a Lui gli onori che il suo sacrificio meritava. I funerali si sono svolti nell'austera semplicita' militare, ma hanno veduto accorrere dietro la cara salma tutti indistintamente gli ufficiali e i soldati di ogni arma e Corpo presente nel Presidio, e la Sua tomba e' stata letteralmente coperta dalle Camicie Nere dei fiori piu' belli delle sponde del Tana.
Ho io stesso ritirato il portafoglio contenente pochi denari e alcune fotografie; tra qualche giorno Vi rimettero' un vaglia postale contenente oltre i denari in suo possesso e quelli che gli spettavano per decadi arretrate e non riscosse, anche l'obolo generoso di tutti gli ufficiali e le Camicie Nere della 1.a Compagnia, che non vuole essere la solita oblazione di ogni circostanza, ma la prova tangibile del sincero affetto che li legava, senza distinzione di grado, al caro scomparso che con noi aveva condiviso un anno di disagi e di fatiche di ogni genere, e che ora con la modesta ma significativa offerta intendono onorare la memoria, offrendo l'esigua somma ai tre orfani che dal sacrificio del padre, caduto nell'adempimento di un grande dovere, trarranno esempio ed incitamento.
Il portafoglio e i pochi documenti contenenti, Ve li rimettero' se credete, oppure li portero' io stesso insieme alle fotografie dei funerali, del cimitero e della tomba ove riposa Vostro marito.
Alle condoglianze mie personali unisco quelle dei miei ufficiali e delle Camicie Nere tutte per Voi e per tutti i famigliari, per i bambini invio un bacio, e sia questo il bacio, che padre io stesso, raccolsi col pensiero negli ultimi momenti dallo sguardo ormai quasi spento, con cui mi guardava il caro camerata ormai muto che forse ad essi pensava e questo mi chiedeva.
Nel Vostro grande dolore Vi sia di conforto Signora, il pensiero che Vostro marito e' morto per difendere e potenziare con l'opera e con le armi, la luminosa conquista imperiale.


Il Comandante la Compagnia: Camicia Nera Pepi Cesare